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Il Dorje – che cos’è e come si può usare per la meditazione

Dorje/Vajra 9 crown con custodia

Il mondo oggettuale dell’arte Buddista è ricchissimo di simboli e implementi che hanno il solo scopo di aiutarci a raggiungere stati di coscienza con frequenze sempre più elevati, gli oggetti e le immagini fungono da ponte, e anche dove non riusciamo con la mente a capirne i significati, la “scienza” interiore buddista ci dice che comunque questi simboli lasciano un’impronta sul nostro essere, come un seme piantato che attende solo le condizioni giuste per manifestarsi.

Altri oggetti dell’arte Buddista poi fungono da veri e propri veicoli energetici, sono dei catalizzatori, trasmettitori e stabilizzatori che in ogni momento ci portano esattamente li dove abbiamo bisogno si essere. Alcuni degli oggetti tra i più potenti che da millenni svolgono questo lavoro sono gli implementi spesso rappresentati tra le mani delle Divinità Buddiste come: il Katari, Il Phurbha e il Dorje (in tibetano) o Vajra (in sanscrito), tutti oggetti antichissimi e ricchi si suggestioni che mai negli anni hanno perso il loro potere. Ed è proprio del Dorje che vorrei parlarvi, condividendo con voi le informazioni più utili al fine di potenziare i momenti della meditazione e avere un aiuto concreto per aumentare la concentrazione.

La parola Dorje viene tradotta letteralmente con “fulmine” o “diamante”, svolge un ruolo fondamentale nell’arte e nei rituali buddisti, rappresenta il potere indistruttibile, ovvero la vittoria sugli ostacoli interni ed esterni.

Cosi come un fulmine o come il diamante esso possiede un’elevata concentrazione di forza ed energia che se incanalata nel modo giusto può essere utilizzata dando un notevole aiuto durante la meditazione. Metaforicamente il Dorje ha il potere di distruggere tutti i tipi di ignoranza, con una forza fulminea e potente, essendo esso stesso indistruttibile (come il diamante).

Il Dorje è una sorta di scettro da tenere tra le mani, può essere di diverse dimensioni e materiali e a seconda di queste combinazioni ci aiuta a potenziare certi aspetti piuttosto che altri, comunque che si tratti di un grosso Dorje in ferro o di uno piccolo in cristallo la sua potenza non cambia perchè tutto è racchiuso nella sua forma che rappresenta la sua essenza e il suo potere. E’ un pò come per i cristalli: anche con un piccolo pezzo si può beneficiare delle sue qualità perchè in esso è comunque racchiuso il suo potenziale ma se si ha a disposizione un grosso cristallo ecco che queste qualità si amplificano e si potenziano perchè maggiore è il suo raggio di azione. 

La simbologia di ogni sua singola parte è molto ampia e qui ne daremo un primo assaggio per cominciare a comprendere il suo potenziale.

 

Descrizione formale  Il Dorje è costituito da una linea centrale, il canale primordiale di energia con una punta superiore e una inferiore, al centro di questo canale si sviluppa una sfera che costituisce il cuore dell'oggetto, in cui tutto si genera e si riassorbe. Da questa sfera, nelle due direzioni, di sviluppano dei cerchi che gradualmente si allontanano dal centro allargandosi e da cui partono i raggi che si riconducono alle punte estreme del canale creando come un recinto sferico di energia, una specie di accumulatore in cui una parte prende, trasforma e rilascia. Si crea cosi un sistema perfetto di circolazione di energia pura sempre disponibile che può essere incanalata a seconda delle nostre intenzioni. 









Dorje 5 o 9 raggi  I raggi che costituiscono il recinto sferico, possono essere 5 o 9. I piu diffusi sono i Dorje ha cinque raggi che simboleggiano le cinque saggezze raggiunte attraverso la trascendenza dei cinque veleni mentali ovvero: avidità, rabbia, illusione, orgoglio e invidia. Questa forma è la favorita dalle “nuove scuole” del buddismo tibetano (Kadam, Sakya, Kagyu, Gelupa), mentre la “vecchia scuola”, il Nyingma, spesso preferisce il Dorje a nove punte, che ha vari significati tra cui vari riferimenti a categorie di insegnamenti della stessa scuola. Il fulcro centrale che collega la parte superiore da quella inferiore rappresenta la Vacuità ovvero la natura illusoria di tutti i fenomeni.

L’aspetto del Dorje varia da regione a regione, quelli tradizionali dell’India e dal Nepal sono generalmente semplici nel design; gli esempi più decorati compaiono in Asia durante l’inizio del XIV secolo, quando l’Imperatore regnante fece creare dei Dorje più elaborati come offerte supreme ai più grandi Maestri e insegnanti del Dharma.

 

Come usarlo Per chi pratica terapie energetiche questo strumento può rivelarsi utile per amplificare e poi direzionare quasi chirurgicamente l’energia di guarigione che l’universo ci dona costantemente oppure durante la meditazione si può tenere tra le mani (mano destra più indicata) in posizione verticale, quindi parallela alla nostra spina dorsale, e far coincidere la sfera del Dorje con il nostro cuore, sentiremo che lo spazio in questa zona del corpo si amplifica sperimentando presenza, una calma dimorante che porta una sensazione di pace e nello stesso tempo di forza, inoltre con la pratica si possono sperimentare esperienze in cui i propri sensi si arricchiscono di note che non si erano mai sperimentati prima.

Ovviamente ogni esperienza parte sopratutto dal nostro sentire e dalla considerazione di dove siamo adesso e dalle motivazioni che ci muovono, non stiamo parlando di una bacchetta magica che agisce da sola a prescindere ma è ovviamente l’interazione con il nostro pontenziale che crea la “magia”. Quindi anche il Dorje, come tutti gli oggetti antichi della cultura Buddista, costituisce una sorta di iniziazione per cominciare un percorso di evoluzione spirituale.

NOTA: si consiglia di legare un piccolo cordoncino su una delle estremità per avere un’indicazione di direzione, ad esempio se si decide che il il cordoncino indica la parte inferiore ecco allora che si cercherà di usarlo rispettando questa direzione, questo in genere viene fatto per avere un flusso armonico di energia dalla terra e dal cielo che fluisce in modo sempre più fluido.

 

Visualizzazioni  Il Dorje è anche un oggetto di visualizzazione: nella pratica della meditazione della Divinità, la meditazione fondamentale del buddismo Vajrayana, al praticante a un certo punto viene chiesto di visualizzare la mente che diventa o appare come un Dorje/Vajra per portare grande stabilita e calmare i pensieri.

Oppure si può visualizzare uno scambio di energia tra il canale centrale del Dorje posto davanti a noi in verticale e il nostro canale che va dalla testa al chakra segreto, in cui il nucleo sferico del Dorje e il chakra del cuore dialogano attraverso uno scambio di energia che si può visualizzare come fasci di luce. Si possono anche visualizzare che tutte le nostre “pesantezze” del cuore vengano assorbite, elaborate e trasformate in potenziale nel nucleo del Dorje per poi essere reintegrate in noi sotto forma di luce dorata. Questi sono solo alcuni esempi di visualizzazioni possibili da cui partire ma sono tante le possibilità da sperimentare.

Durante le visualizzazioni si può stare in posizione del Vajrasana (la postura del Buddha in meditazione), conosciuta oggi dai praticanti di yoga, oppure sdraiati in una posizione comoda e rilassante.

Come custodirlo: Come ogni oggetto di culto, dopo l’utilizzo, andrebbe custodito con cura in un luogo per noi importante come ad esempio un angolo della propria casa che si considera speciale o sull’altare se ne abbiamo uno, oppure in un sacchetto o scatola dedicata esclusivamente per questo uso. Se il Dorje è di metallo può essere pulito con un olio essenziale, se è di cristallo o pietre preziose può essere pulito con i metodi tradizionali utilizzati per le pietre ovvero sotto l’acqua corrente o immerso in una soluzione di acqua e sale grosso.

 

Mitologia  Molto spesso il Dorje appare come “un’arma” una simbologia in cui proprio questo oggetto ci permette di allontanare i “nemici” della mente. Se ne trova traccia in tutte le mitologie come quelle celtiche e norrene, il fulmine del Dio Thor dell’Europa settentrionale o del Dio Zeus della mitologia greca; Il Dorje/fulmine e particolarmente associato al Dio Vedico indiano Indra, re dei cieli, che appare nei primi racconti come il “potente”. Il Dorje è brandito da Divinità adirate come Vajrapani, utilizzata per soggiogare gli ostacoli sul nostro cammino, quindi è contemporaneamente uno strumento di grande compassione e mezzi abili che conducono allo stato indistruttibile dell’illuminazione. Le Divinità di compassione come Vajrasattva hanno tra le mani sia il Dorje che la Campana, simbolo di metodo e saggezza, beatitudine e vacuità, maschile e femminile, ..

 

Doppio Dorje  Nella Filosofia Buddhista tibetana, il simbolo del doppio Dorje è considerato come un elemento indistruttibile, proprio come il Dorje ma con 4 direzioni anzichè le due di cui abbiamo già accennato. Come un diamante rappresenta la purezza e la stabilità assoluta della natura profonda della mente. Questo concetto è legato alla liberazione spirituale, così da elevare il grado di consapevolezza verso la verità, distruggendo l'ignoranza e tutti i suoi derivati (paure, invidie, gelosie, odio, egoismo). Molto utile nelle pratiche di meditazione per aumentare il livello di concentrazione e creare come un sigillo che aiuta a proteggere la mente da interferenze esterne ed interne. Il doppio Dorje è il simbolo assoluto della stabilità di corpo parola e mente.

Conclusioni  Il Dorje, oggetto senza tempo, suscita sempre un grande interesse tra chi si avvicina al Buddismo, capita sovente che anche chi non ha nessuna dimestichezza con l’argomento venga attratto in modo inspiegabile da questo oggetto magico. Questo è dovuto al fatto che il Dorje è un oggetto che spiega al nostro inconscio, attraverso la forza della sua forma, tutto il percorso da intraprendere per raggiungere lo stato del risveglio, creando un dialogo di scambio e di crescita spirituale che accompagna da sempre la storia dell’uomo. 

Tibet Milano
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